22 - 24 agosto 2025
Calatafimi Segesta
Giuseppe Pambieri Claudio Collovà
OEDIPUS
Le tragedie di Seneca sanno comunicarci il brivido di una sensibilità nuova, aperta ai più paurosi abissi dell’umana passionalità. Se il rapporto tra ragione e destino era a fondamento dell’Edipo Re di Sofocle, con Seneca prevale la forza dirompente dell’inconscio e dell’irrazionale.
Il protagonista di Seneca, oppresso da un senso di colpa oscuro e smisurato, non combatte ma accompagna la sua rovina. La sua sovranità su Tebe è avvertita come responsabilità funesta, i suoi sentimenti sono di angoscia e paura.
Nella predizione dell’oracolo e nella lunga affermazione di Creonte, aleggia il colpo di stato, il complotto e il tentativo di sovvertire l’ordine, nelle testimonianze riportate il sospetto che nulla sia vero e che più che dagli dèì, Edipo sia scacciato dagli uomini.
È una tragedia scritta 450 anni dopo la sua fonte da cui Seneca si discosta in maniera significativa, diversa la comunità a cui si rivolgeva, diversi gli intenti, e il mito qui diventa emblema di una individualità a noi molto vicina, esponendo un ritratto complessato, impegnato contro il padre in un conflitto che oggi risuona terribilmente moderno.
(Claudio Collovà)