6 agosto 2025
Calatafimi Segesta
Serena Abrami
PARTITURA DI STAGIONI
In questo lavoro Serena Abrami si è confrontata a più riprese con i traduttori e scrittori Francesco Occhetto e Stella Sacchini, poi con amici persiani; contemporaneamente ha avviato un processo di scrittura creativa con il compagno di palco e di vita Enrico Vitali. Mahvash Sabet è una voce “in voliera”, come direbbe Forugh Farrokhzad, che riferisce questa descrizione al lebbrario del suo film.
La casa è nera, ma che può essere traslata al carcere di Evin dove Sabet è rinchiusa.
Una voce scomoda, considerata pericolosa dal regime. A lei questo concerto è dedicato e di lei sono le poesie scelte, filtrate dalla bocca di una cantautrice che tenta di darne la giusta risonanza e portate in scena grazie alla supervisione di Francesco Occhetto.
Il concerto apre con una canzone di cui il testo è tratto da una poesia del palestinese Hannah Arendt, testo con soggetto femminile (la madre che ognuno sente in riferimento al proprio luogo di origine) e chiude con un brano ispirato alle parole della poetessa Arzoo Rahemi, afghana, per uno sguardo corale verso le sue sorelle intrappolate in un regime che non concede loro più nessuna parola.
Qui qualcosa si può dire, lasciando che siano le parole e la musica a muovere luce, nella cornice di un approccio cantautorale, della poesia come atto di libertà.