Località
Calatafimi Segesta
Ci sono luoghi in Sicilia dove il tempo non è passato, ma ha scelto di restare.
Calatafimi Segesta è uno di questi: un borgo immerso nel paesaggio collinare della Sicilia occidentale, dove ogni pietra racconta una storia millenaria, ogni scorcio custodisce un ricordo, e ogni tradizione è ancora viva. Già i nomi evocano epoche lontane.
L’attuale Calatafimi Segesta sorge sull’antica Acesta, distinta dalla vicina Egesta — oggi identificata con Segesta — e le sue origini affondano nelle leggende: si dice che il nome possa derivare da Phimes, un nobile agricoltore menzionato da Cicerone, oppure da Eufemio, ufficiale bizantino legato all’arrivo degli Arabi in Sicilia.
Quel che è certo è che questo luogo ha vissuto da protagonista tutte le fasi della storia siciliana, dai Normanni al Risorgimento italiano, quando nel 1860 fu teatro della celebre battaglia tra le truppe garibaldine e quelle borboniche. A ricordarla, oggi, sorge l’Ossario di Pianto Romano, monumento progettato da Ernesto Basile e simbolo di una svolta decisiva per l’Unità d’Italia. Passeggiando per il centro storico si ha subito la sensazione di trovarsi in un paese che ha saputo custodire con rispetto le sue radici. I vicoli sono stretti, in salita, con pavimentazioni antiche e nomi evocativi: il Vicolo dei Proverbi, il Vicolo delle Origini, le strade legate ai Ceti e alla Festa del Santissimo Crocifisso, una delle manifestazioni religiose più importanti del territorio. Le case sono basse, in pietra, spesso adornate da piante e dettagli in ferro battuto, e aprono scorci inattesi sul paesaggio che circonda il borgo.
A dominare dall’alto, come un guardiano silenzioso, è il Castello Eufemio, arroccato su un colle a quattrocento metri d’altezza. Oggi ne restano le suggestive rovine, ma la sua storia parla di potere e strategia: fu fortezza militare, sede del governatore e prigione fino al XIX secolo. Dal suo punto panoramico, la vista spazia su Segesta e sul colle di Pianto Romano, in uno dei paesaggi più intensi della Sicilia interna.
Nel cuore del paese, la casa del parroco Antonino Pampalone custodisce un altro frammento di Storia: qui, il 16 maggio 1860, dormì Giuseppe Garibaldi. Oggi trasformata in museo, Casa Garibaldi raccoglie documenti storici, fotografie, cimeli garibaldini e borbonici, offrendo al visitatore un racconto intimo degli eventi che cambiarono il destino dell’isola. Altrettanto affascinante è il Museo Civico ospitato nell’ex Convento di San Francesco d’Assisi, che propone un viaggio nel mondo delle tradizioni locali attraverso due percorsi espositivi: uno dedicato ai Cavallari, custodi dei cavalli e delle tradizioni legate alla festa del Crocifisso, l’altro agli antichi mestieri, con oggetti, utensili e memorie della vita quotidiana di un tempo. A testimonianza della vitalità culturale del paese, il Teatro Cavallotti — costruito nel 1830 e recentemente restaurato — accoglie oggi spettacoli, concerti ed eventi, riconfermando il legame profondo tra la comunità e l’arte.
Il patrimonio religioso è altrettanto ricco. La Chiesa Madre, dedicata a San Silvestro Papa, risale all’epoca di Federico II e custodisce un prezioso polittico marmoreo del Cinquecento. Non meno affascinante è la Chiesa del SS. Crocifisso, gioiello barocco con influssi neoclassici, opera dell’architetto Giovanni Biagio Amico. Sparse tra le vie del borgo, altre chiese raccontano storie di fede e arte: da San Michele Arcangelo alla Madonna del Giubino, passando per il Purgatorio e San Giuliano, dove ogni anno viene realizzato un tappeto artistico con segatura colorata, in occasione del Corpus Domini. Ma se c’è un luogo che davvero incanta per bellezza e sacralità del paesaggio, questo è il Parco Archeologico di Segesta. Il tempio dorico, costruito nel V secolo a.C., domina la vallata con un’eleganza senza tempo, mentre il teatro greco — incastonato nella roccia — continua a ospitare spettacoli sotto le stelle, nella suggestione di un palcoscenico naturale tra i più affascinanti del Mediterraneo.
Accanto al patrimonio artistico e culturale, Calatafimi Segesta conserva con orgoglio le sue tradizioni. Alcune si esprimono nella devozione popolare — come la Festa del Crocifisso, che ogni cinque o sei anni coinvolge l’intero paese in una celebrazione solenne — altre si ritrovano nei sapori di una cucina che profuma di casa e storia. Qui si preparano ancora i “cuccidati”, anelli di pane intrecciati che accompagnano le processioni religiose, e le “cassateddi”, dolci conventuali ripieni di ricotta di pecora e cioccolato. I prodotti locali — olio, formaggi, vino — raccontano una terra generosa, coltivata con rispetto e passione.
E quando arriva l’estate, il borgo si anima con eventi, spettacoli e rievocazioni storiche: l’“Estate Calatafimese” regala momenti di incontro e cultura, mentre a Natale il Presepe Vivente e il Villaggio degli Elfi trasformano il centro in un luogo incantato, adatto a grandi e piccoli. Visitare Calatafimi Segesta non è solo un viaggio tra monumenti e paesaggi, ma un’immersione nell’anima più autentica della Sicilia. Qui, tra la pietra e la memoria, tra il verde dei boschi e il bianco delle chiese, il tempo si dilata e invita a restare. Anche solo per ascoltare, in silenzio, la voce della storia.